Avete presente la nostalgia che a volte vi assale quando ripensate alla vostra infanzia, ad episodi familiari felici, alla sensazione di sentirsi piccoli, protetti e spensierati? Ecco, oggi è così.

Mi sono proiettata nel passato, e ho recuperato tanti ricordi bellissimi, quando di domenica i miei portavano me e mia sorella a fare passeggiate nella natura, quando andavo a trovare mia nonna con mia madre e lungo il percorso a piedi mamma per farmi contenta mi comprava le meringhe, quando festeggiavamo il Natale in tantissimi, zii e cugini a volontà, bambini e risate, urla e rumore, luci e divertimento, quando in certi pomeriggi all’improvviso in casa si spandeva un profumo paradisiaco e io e mia sorella correvamo in cucina e scoprivamo un ciambellone che cuoceva nel forno, quando giocavamo a campana fuori al balcone, quando correvamo con i pattini a rotelle in casa lungo quel nostro corridoio lunghissimo e i miei nonni che abitavano al piano di sotto si lamentavano per il rumore.

Ecco, quando si cresce quello che manca è la spensieratezza, ora sono io che ho in mano l’organizzazione familiare, tutto incasellato al proprio posto come in una scacchiera, e nonostante mio marito sia uno che non si tira indietro ma fa quel che può per aiutare, la sua presenza fisica per motivi lavorativi è limitata, sono  io che vivo la fretta della preparazione per andare a scuola, l’ansia di fare ritardo, la preparazione dei pasti, le difficoltà con i compiti, le prenotazioni e le visite mediche, le docce e lo shampoo alle bambine, i loro capricci, i loro pianti quando si fanno male e i loro litigi, le feste con gli amici di scuola, le malattie e telefonate al pediatra, e tutto il resto.

Quante cose che deve fare e a cui deve pensare una mamma. E allora la nostalgia è ben comprensibile, la nostalgia di un tempo in cui qualcun altro pensava a me, si preoccupava di tutto e mi avvolgeva con le sue ali protettive, come un angelo custode.

Il filo conduttore della mia nostalgia è sempre lei, mia madre, e la sua onnipresenza in tutti i miei ricordi. A me sembra sempre di non avere tempo, e invece lei faceva tante più cose di me. Aveva il suo lavoro di insegnante, andava a trovare molto spesso mia nonna molto più di quanto facessi io quando lei era ancora viva, si occupava della casa, e di me e di mia sorella. E organizzava feste per i nostri compleanni, per carnevale, per capodanno, perché si festeggiava sempre in casa, e preparava da sola le torte di compleanno, i panini, qualche torta rustica.

Come non si può avere un dolce ricordo del passato quando era tutto più lieve e leggero, più improvvisato e spontaneo? Sento di avere un’eredità pesante sulle spalle, e a volte mi chiedo se anche lei avesse gli stessi miei pensieri, la paura di non essere all’altezza di sua madre, di non farcela da sola, del carico delle responsabilità.

E vado avanti così, tra domande e nostalgia, ma anche tra tante certezze.