Dad…(che fino a poco tempo fa voleva dire solo papà)

Il lunedì è un incubo, due ore e mezza di videolezioni per Bianca la mattina, trenta minuti che diventano quarantacinque per Luna il pomeriggio. Ed io ferma immobile accanto a entrambe, abbastanza vicina da impedir loro di toccare il pc ogni istante e di attivare il microfono quando gli pare, abbastanza lontana da non essere inquadrata dalla webcam in tutto il mio splendore di donna tuttofare senza trucco e in abiti da casa.

Alla fine delle due ore e mezza in posizione scomodissima mi alzo tutta incriccata, distrutta come se avessi fatto chissà che. Ovviamente non finisce qui, mi tocca far fare compiti a Bianca, stimolandola ogni tanto a concentrarsi senza guardare le mosche e cercando di trattenerla sulla sedia con grande fatica soprattutto se sta facendo matematica. Conclusi i compiti devo fotografare il tutto, portare i file sul pc, ordinarli e inviarli per email alle maestre.  In prima elementare è alquanto impegnativa la didattica a distanza, ma con Luna all’asilo non sono tutte rose e fiori. Le sue maestre sono molto attive nell’inviare storie, schede da completare e colorare, canzoncine e balli da imparare. Le videolezioni poi sono una tortura, con mia figlia che ogni tanto si alza, se ne va, ritorna, vuole un cuscino sopra la sedia, vuole interrompere la lezione perché si è stancata, vuole parlare quando le pare, ed io che mi dispero per tenerla ferma e zitta senza che le maestre si accorgano di tutto questo teatrino che si svolge a microfono rigorosamente disattivato.

 Ci vorrebbe una webcam nascosta a riprendere ogni mamma vicina al proprio figlio intento a partecipare ad una videolezione, se ne sentirebbero e vedrebbero delle belle, anche mazzate sottobanco. Ogni tanto capita di vedere qualche mamma intenta a far pulizie sicura di non essere ripresa, talvolta capita che  qualcuna sottovoce suggerisca la risposta al figlio. In ogni caso la mia solidarietà va alle mamme di più di due figli piccoli, delle quali posso solo immaginare l’esasperazione e l’attesa spasmodica per la fine dell’anno scolastico.

I ragazzi più grandi invece sfuggono al controllo e fanno un po’ come vogliono, mio nipote al liceo si lamenta di essere uno dei pochi ad intervenire durante le lezioni perché la maggior parte dei compagni finge problemi di audio e malfunzionamento del microfono. Quando è il momento di salutare l’insegnante magicamente i microfoni ritornano funzionanti per un ‘arrivederci’ in coro.

Una videolezione, ormai è noto a tutti, non è minimamente paragonabile ad una lezione tradizionale in aula, dove è fondamentale, soprattutto per i bambini della scuola elementare, avere il contatto diretto con gli insegnanti, interagire con i compagni, condividere emozioni ed esperienze, essere soli e autonomi nelle proprie scelte e responsabilità, senza la mamma-paracadute accanto.

Eppure, nonostante sia una soluzione tampone, bistrattata e mal tollerata, la DaD è stata una grande ancora di salvataggio, alla quale bambini e ragazzi hanno potuto aggrapparsi per non affondare nel mare della dimenticanza, della chiusura di ogni rapporto con la scuola, sia umano sia didattico. Il punto è che non può durare a lungo, quindi mi auguro che a settembre si possa finalmente voltare pagina e riprendere  la routine scolastica di sempre. E anche se ad oggi ci sono scarse probabilità che in pochi mesi tutto possa ritornare come prima, sperare e crederci non costa niente, anzi serve ad evitare di deprimerci ulteriormente.